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Dalla beffa a Trump al rischio di altre catastrofi: TIK TOK ancora causa di problemi


martedì 7 luglio 2020
di Avv. Gianni Dell'Aiuto



 

Forse ai più ha fatto piacere e certamente in molti hanno letto la notizia pensando ad uno scherzo ben riuscito di proporzioni bibliche, ma la vicenda del comizio di Donald Trump andato semideserto per un complotto di ragazzini che hanno prenotato biglietti sui social per poi, ovviamente, non presentarsi, è una vicenda che deve far riflettere. Che cosa potrebbe accadere mediante un utilizzo smodato e incontrollato di questo sistema?

Probabilmente, una volta a conoscenza di questo rischio, il presidente americano dovrà adottare strumenti che lo pongano al riparo da un ripetersi di simili episodi, ma cosa potrebbe accadere se fosse presa di mira un’azienda mediante, ad esempio, migliaia di ordinazioni false o con una campagna di discredito? E se contemporaneamente un milione di risparmiatori iniziassero a parlare bene di una banca e male di un’altra? E’ oggi impensabile che qualche speculatore o truffatore possa hackerare il sito di una grande finanziaria o multinazionale annunciando il suo fallimento o l’acquisizione dell’azienda concorrente? E ovviamente una simile notizia girerebbe immediatamente su tutti i social. Come se non bastassero fake news, deepfake e hacker non etici oltre alle schiere di ladri di dati e truffatori on line.

In ogni caso questa storia ha portato ancora all’attenzione i pericoli che possono derivare da un social popolare specialmente tra i giovanissimi e che è sotto accusa proprio per l’uso che ne viene fatto e della assoluta mancanza di trasparenza in relazione ai dati che raccoglie. Abbiamo già posto in evidenza come l’informativa del social può essere sintetizzata nel concetto di “con i tuoi dati ci facciamo ciò che decidiamo noi e non li riavrai mai indietro.” Chissà quanti sono i giovani che l’hanno letta o che possano rendersi conto di come le loro identità digitali sono adesso nella disponibilità di non sapremo mai chi. Server, controllori e tutta la macchina che regge il sito si trova in Cina, paese già abbastanza nell’occhio del ciclone per la protezione dati ed il rispetto dei diritti civili.

Per approfondire > Tik ToK: un pericolo in rete

Su TikTok non è comunque solo il governo statunitense ad avere puntato i riflettori, ma anche India, oltre a Italia e Inghilterra si sono mosse in questa direzione. Il social infatti si rivolge principalmente a giovanissimi che possono accedervi e usarlo senza forme di controllo alcuno. Da più parti si è posto in evidenza come questo sito configuri una forma di aumento di rischi verso la pedopornografia anche da parte di noti influencer in Francia.

I dati personali e quelli di navigazione, i video, le immagini conservate in questo social senza possibilità di alcun controllo o intervento, sono una mole impressionante e decisamente sensibile, se pensiamo che gli utenti hanno superato il miliardo e mezzo, di cui una gran parte addirittura pre-adolescenti. L’età minima di accesso è già di tredici anni, ma anche qui nessuna verifica è richiesta. Immaginabile il numero di accessi da parte di chi non può ancora avere legalmente Facebook o Instagram.

E’ vero, TikTok all’apparenza pone le stesse problematiche di altri social, ma in questo caso ci troviamo di fronte ad uno strumento rivolto ad utenti più deboli e non consapevoli completamente dei rischi che oggi corrono. Il video fatto oggi potrebbe ben tornare alla ribalta tra chissà quanti anni; inoltre possiamo essere certi dell’assoluta mancanza di collaborazione da parte dei detentori dei dati in caso di problematiche o contestazioni o anche solo per rivendicare i diritti garantiti da altri social che, in massima parte, applicano il GDPR. I dubbi avanzati anche in merito alla probabilità che questi dati possano essere usati dal governo e dai servizi segreti cinesi si fonda su solide basi.

In ogni caso la possibilità che questo social crei danni è stata verificata non solo dopo l’esplosione dell’assurda moda dello skullbreaker, ma anche nella Bright Eye Challenge la sfida che permetterebbe di cambiare il colore degli occhi. Il video in cui si dimostra come ciò sia possibile ha avuto decine di migliaia di condivisioni e chissà in quanti hanno seguito il consiglio di riempire un sacco di plastica con un cocktail a base di candeggina, disinfettante per le mani e schiuma da barba e dopo poggiarlo su un occhio vedere l’iride di un altro colore. In molti gli adolescenti hanno partecipato e pubblicato il loro video, ignorando i rischi e cosa più importante che il video originario in realtà è un falso, ideato da un ragazzo che voleva solo dimostrare quanto fosse bravo nel montaggio di video. 




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