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La datificazione della realtà: un viaggio virtuale in auto nella rete, ma siamo noi stessi la destinazione finale


lunedì 14 giugno 2021
Avv. Gianni Dell’Aiuto





Che cosa sarebbe il mondo digitale e come vivremmo questa rivoluzione, appunto digitale, senza dati? Domanda assolutamente improponibile, perché l’intero sistema è fatto sulla base di dati e sempre i dati sono indispensabili per far muovere la macchina: i dati che passano in rete ogni giorno sono la benzina del motore che, senza, sarebbe assolutamente un marchingegno inutile. Per meglio comprendere il nostro paragone automobilistico e fare alcune indispensabili precisazioni terminologiche su parole usate indiscriminatamente quali sinonimi l’una dell’altra, proviamo ad immaginare un viaggio in cui le macchine sono i nostri strumenti hardware: computer, cellulari, tablet. Queste macchine viaggiano idealmente in un enorme spazio virtuale che è il web: i siti sono punti che incontriamo nel nostro viaggio o possibili destinazioni come città, caselli autostradali ecc. Queste destinazioni sono collegate tra loro dalle strade secondo le regole di internet che possiamo, in questo, paragonare a una rete stradale. Il motore è rappresentato dal software di ogni singolo mezzo.

E la benzina? Non è l’energia con cui mandiamo avanti i dispositivi o carichiamo le batterie: sono i dati. Senza i dati immessi dagli utenti le macchine potrebbero al massimo dialogare una con l’altra o poco più e non riuscirebbero ad indicare agli internauti i percorsi che, si noti la bizzarria, iniziano sapendo con assoluta certezza la destinazione a cui vogliamo giungere e che noi indichiamo o come prodotto o come landing page.

Ed infatti, sia che si chieda un prodotto o un servizio da acquistare, sia che si voglia dialogare con qualcuno, il sistema sa già dove e come portarci a destinazione. Stiamo ovviamente parlando di piattaforme di ricerca. Ma per farlo il sistema ha bisogno di informazioni che può raccogliere solo dagli utenti che possono darle volontariamente o involontariamente se non addirittura contro la loro volontà come in caso di furti di dati: è il futuro che abbiamo voluto noi e dal quale non sembra certo possibile tornare indietro.

Prima online passavano solo messaggi diretti tra due utenti: potevamo già anche cercare qualsiasi cosa in rete, ma all’epoca dei siti statici, quelli del web 1.0 se si fosse cercato il signor Rossi avremmo corso il rischio di imbatterci in persone con i capelli rossi, tonalità di vernice e idee politiche. I sistemi di ricerca erano elementari e gli algoritmi non sviluppati quanto lo sono oggi.

Poi siamo passati al web dinamico o 2.0, quello in cui le macchine possono meglio dialogare tra loro tramite intermediari e gli utenti inserire contenuti in tempo reale ed interagire con il resto del mondo. Si passa dai siti personali statici ai blog e la comunicazione cambia completamente sull’intero pianeta. Adesso ben possiamo dire che siamo al web semantico, vale a dire un ambiente in cui documenti, pagine, immagini sono già associati ad informazioni e dati che ne specificano il contesto. L’ideale per la ricerca di chi vuole trovare il signor Mario Rossi che vive a Milano in Via Mondovì di professione meccanico e, con l’occasione, possiamo già avere abbinati, per facilitare la ricerca, anche i dati della famiglia e altro ancora.

Sarà possibile? Già avviene a noi stessi che, nel momento di una ricerca su un qualsiasi motore diventiamo, per uno strano meccanismo proprio noi, sedicenti ricercatori, il prodotto ricercato. Lo sappiamo bene. Se digitiamo il nome di un cantante, nei prossimi giorni saremo portati a conoscenza della sua discografia e delle tappe del prossimo tour; se compriamo un biglietto per Parigi ci indicheranno, in tempo reale, i ristoranti e gli hotel migliori e anche gli sconti per i musei.

Noi crediamo di essere i manovratori del veicolo, ma siamo i benzinai e fornitori del petrolio che il sistema provvede a raffinare in un processo di datificazione, che, per far funzionare al meglio l’intero sistema, deve ridurre tutte le informazioni che riceve a dati misurabili e valutabili economicamente: è un futuro ineluttabile. Ogni tipo di relazione e interazione online, a cominciare dai like sui social, è parte di questo futuro che già viviamo e sarà portato ancora più avanti con sistemi di data mining con macchine che dialogheranno tra loro utilizzando sempre meno il fattore umano e l’Intelligenza Artificiale.

E continueremo ad apportare carburante al sistema per diventare sempre più numeri.

Vedi anche > DATAFICATION: la nostra esistenza in dati
 




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