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Un futuro sempre più online. Ma siamo pronti e consapevoli?


lunedì 27 aprile 2020
Avv. Gianni Dell’Aiuto





Gli effetti del Coronavirus nel mondo del lavoro e delle relazioni sociali, saranno un’onda a dir poco lunghissima e potrebbero anche essere irreversibili. Passato il momento emergenziale, molte aziende si renderanno conto che il lavoro da remoto è non solo possibile, ma anche un taglio dei costi per loro e per molti lavoratori che risparmieranno in spese di trasporto e pranzi fuori dalla loro abitazione. L’aumento delle conference e degli appuntamenti di lavoro sulle piattaforme che stanno nascendo e sviluppandosi a macchia d’olio, porterà ad una netta diminuzione di viaggi e spostamenti.

L’eCommerce sembra che stia diventando lo strumento principale per l’acquisto di beni di prima necessità e non solo. Il mondo della scuola, della formazione e anche dei congressi andrà verosimilmente di più verso in una direzione digitale. Non è una catastrofe annunciata, ma semplice logica in quanto, forse dopo un periodo di ritrovato entusiasmo per gli incontri di persona al termine delle chiusure, tutti faranno un’inevitabile valutazione di costi e risparmi. Dove penderà la bilancia già lo sappiamo: ne dobbiamo solo prendere atto.

Quali saranno le conseguenze di tutto ciò? Una sfida ad ogni livello sui temi della cybersecurity, dell’educazione online, della creazione e protezione dell’identità digitale e, corollario di tutto ciò, la necessità di proteggere, insieme a se stessi e ai propri dispositivi, la quantità sempre più crescente di dati in rete che aumenterà in maniera esponenziale considerato il maggior tempo che passeremop online e l’incremento delle attività che saremo costretti a compiere da remoto. Esisteranno ancora in futuro gli sportelli bancari e postali? Non è una domanda da poco. Tutto ciò, di conseguenza, aumenta anche le possibilità e le modalità per i pirati informatici e i truffatori in rete di attaccare un numero sempre maggiore e meno difeso di utenti. Lo strumento tradizionale usato dai truffatori, la mail, diventa oggi, probabilmente, un sistema semplicemente residuale per chi ha la possibilità di attaccare direttamente gli endpoint e gli altri strumenti di comunicazione in rete: cellulari, computer, reti, ma anche un design pattern.

Consideriamo inoltre che, il lavorare da casa o da altra postazione remota, è oggettivamente un fattore di distrazione per l’operatore o comunque un elemento che abbassa le difese. Altro aspetto da considerare: un computer all’interno di un’abitazione è spesso nella disponibilità di chi non dovrebbe usarlo o non ne ha le capacità. Pensiamo ad un figlio piccolo che gioca con il cellulare utilizzato da un genitore per lavorare e lo fa cadere danneggiandolo o, peggio, vi scarica un gioco. E anche questa non è fantascienza.

Innegabile che anche i responsabili IT esterni delle aziende saranno gravati da un maggior carico di lavoro e, allo stesso tempo, dovranno prestare una maggiore attenzione alle situazioni che potranno presentarsi e, non dimentichiamolo, potranno anche loro lavorare da remoto. E qui emerge un’altra perplessità: le reti delle abitazioni, saranno a loro volta sufficientemente sicure e protette? Che rischi corre, lavorando in smart working, un responsabile della sicurezza di un’azienda che usa la stessa rete su cui i figli postano video su TikTok o visitano siti porno?

Videoconferenze, convegni on line e, peggio ancora, lezioni in classi delle scuole elementari possono rappresentare ghiotte occasioni per ladri di dati e possibili ricattatori: quale migliore occasione di avere connessi con il computer di un unico insegnante o relatore qualche decina, se non centinaia di computer, cellulari, reti private o, probabilmente, aziendali? Gli esempi potrebbero moltiplicarsi e il terrore salire come in un film di Hitchcock.

Ma alla fine, tuttavia, ciò che conta però, è che dobbiamo solo prenderne atto e predisporre gli strumenti necessari per fronteggiare un inevitabile futuro e cambiare radicalmente mentalità; una sfida a cui sono chiamati necessariamente tutti gli utilizzatori della rete, ma anche le aziende che, oltre a doversi necessariamente adeguare alle normative per la protezione dati, dovranno anche pensare a rieducare tutte le loro risorse e collaboratori. E’ anche una sfida in più per i consulenti e gli altri operatori della sicurezza dati e della privacy. Al momento l’aumento dei cyberattacchi e i loro effetti, ci dicono che, più che la protezione e la sicurezza informatica, manca la consapevolezza del nuovo scenario.

 




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