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Dettaglio news
Il Garante applica misure inibitorie sulla base del GDPR. Destinatari per ora i giornalisti.


mercoledì 18 dicembre 2019
Avv. Gianni Dell’Aiuto





Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha iniziato a fare buon uso dei poteri che gli sono concessi dal Regolamento 979/2016 (GDPR) che, ricordiamo, non sono solo quelli sanzionatori, ma anche quelli di indagine e correttivi. Poteri che, in alcuni casi, ben possono avere conseguenze ancora più importanti per un’azienda che non una sanzione pecuniaria: immaginiamo cosa potrebbe accadere se venisse ordinata la chiusura di una pagina web o il divieto di trattamento dati.

In un recente caso, e con eccellente tempestività, il Garante ha applicato la misura dell’inibizione al trattamento dati, aprendo anche la porta ad un possibile risarcimento danni, oltre a imporre al soggetto sanzionato delle attività che si traducono in costi e aggravi per la sua organizzazione.

Nella vicenda, oggetto di due distinti provvedimento in data 25 e 31 ottobre, il Garante ha preso in esame la pubblicazione, da parte di più siti di informazione, delle immagini di due persone fermate per un grave fatto di cronaca, di sicuro interesse nazionale, ma riprese in stato di evidente costrizione fisica. La decisione muove quindi dall’art. 8 del regolamento di deontologia dei giornalisti, che prevede, appunto, il divieto di fornire immagini di persone in stato di detenzione, salvo il consenso dell’interessato, per poi precisare come non possano essere presentate immagini di persona con manette o ferri ai polsi, salvo che ciò non avvenga per provare un abuso. In tal senso vengono alla memoria le immagini di Enzo Tortora, le cui immagini in manette date in pasto alla stampa sono ancora in circolazione sulla rete, ma forse oggi testimoniano un vero e proprio abuso. In ogni caso lo stesso divieto di pubblicare persone in stato di detenzione con manette, è previsto anche all’art. 114, comma 6 bis, del codice di procedura penale. Nella fattispecie il Garante ha rilevato come le immagini siano state pubblicate senza alcuna forma di cautela o precauzione, in violazione delle norme citate, e la sanzione è, sotto un certo punto di vista, decisamente significativa.

Il Garante ha infatti disposto la limitazione provvisoria del trattamento e, con effetto immediato, ha disposto il divieto di pubblicare ulteriori immagine analoghe della vicenda, on line e su carta, salvo valutare più approfonditamente il fatto ed emettere sanzioni punitive. Dato il contenuto el provvedimento appare ipotesi decisamente plausibile. E’ stato inoltre ordinato al destinatario del provvedimento, nel termine perentorio di quindici giorni, di comunicare le iniziative adottate per dare attuazione al provvedimento e di fornire documentazione a riguardo. Per ora solo un divieto di pubblicazione, che implica la rimozione, ed un’attività di tipo amministrativo, ma che già si sostanziano in oneri e costi, in attesa, come dicevamo, di molto probabili ulteriori sanzioni.

Il provvedimento del Garante appare significativo del potere concessogli, in quanto ha dimostrato di poter agire tempestivamente e saper fare uso dei suoi poteri interdittivi e cautelari. Un segnale importante per le aziende e comunque tutti coloro che trattano dati, in quanto sono stati avvisati che per ogni violazione, prima ancora che giunga la sanzione, ben potrebbero giungere divieti o altri provvedimenti tali da paralizzare l’intera attività produttiva e mettere a rischio l’esistenza stessa di un’impresa. Un campanello di allarme che speriamo sia raccolto da chi fa raccolta e trattamento dati personali ed ancora non si è adeguato. E il numero appare decisamente alto.




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