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Corsa alla nomina di Garante: l'outsider che spiazza tutti ha solo 20 anni


martedì 17 dicembre 2019
di Alessandro Papini - Presidente Accademia Italiana Privacy





Il 19 Dicembre, salvo rinvii, si voterà per rinnovare i componenti del Garante Privacy e dell'Agcom, scaduti da diversi mesi e in regime di proroga fino al 31 Dicembre. Il motivo è che l'assenza di accordo tra i partiti per le nomine ha congelato le nomine stesse.

I componenti da rinnovare sono 4, il Presidente sarà scelto tra uno di questi, secondo criterio di anzianità. In corsa nomi di peso: il centrodestra ha espresso compatto la preferenza per il senatore Ignazio La Russa, il cento sinistra sta convergendo su Raffaele Squitieri, classe 1941, avvocato e Presidente emerito della Corte dei Conti. Nomi di peso e di una certa età per un organo che ha di fronte a sé una sfida enorme: rendere effettivo il GDPR in una nazione come l'Italia dove, lo ripetiamo da tempo, la cultura della protezione del dato e della privacy sono appena agli albori.

L'outsider
«Ho una sorta di feticismo per la memoria tendo a memorizzare un po’ di tutto. Non solo testi riguardanti la privacy o l’informatica, ho a mente buona parte del Codice penale. Ho alcune competenze informatiche e delle idee in cui credo: perché non rendere migliori, grazie alla tecnologia, gli aspetti della vita di tutti i giorni?». Il GDPR? «Lo conosco a memoria, ma ho imparato anche il Codice della privacy precedente quello approvato con decreto legislativo il 30 giugno 2003».

Si presenta così, in una recente intervista a Open Online, William Turcinovic. Chi è William Turcinovic? E' uno degli oltre 200 candidati per il ruolo di componente dell'autorità garante per la protezione dei dati personali: ha presentato la candidatura in entrambe le Camere qualche giorno fa. E ovviamente non è un candidato qualsiasi: ha solo 20 anni ma un curriculum da studioso e imprenditore navigato.

Nel 2018 il presidente Mattarella lo nomina Alfiere della Repubblica, per aver realizzato un sito web nel quale raccoglie segnalazioni di studenti e professori, offrendo alle istituzioni un quadro aggiornato delle criticità degli istituti della sua Regione, il Molise. L'idea di questo portale solletica la mente di William durante il suo 4° anno all'Itis Fermi Mattei di Isernia, quando è nominato componente della Consulta Provinciale degli studenti, dimostrando grande attenzione per il problema dell'edilizia scolastica. Da appassionato di calcio ed arbitro, si inventa un applicativo che consente di scrivere il referto di ogni partita via smartphone o pc e inviarlo direttamente, con firma digitale, all'Associazione Italiana Arbitri. Ha creato un gestionale in uso a Federimprese Molise e ha progetti importanti in pista, con l'avvio di due nuove startup.

Ma, al di là del curriculum, sicuramente impressionante, quel che colpisce è l'approccio con il quale Turcinovic si lancia nella sfida delle candidature all'organo collegiale del Garante Privacy.

«Il Garante Privacy ha bisogno di giovani, di innovazione e di esperti di informatica giudiziaria. E in Italia non sono molti a scegliere di spendere queste competenze per un ruolo istituzionale. Se pensiamo all’attività del Garante, ai tempi di internet, è logico sostenere che avere competenze politiche o forensi non basta. Per questo mi batto affinché dei quattro membri del Garante due siano di estrazione politico-forense, due di riconosciute competenze informatiche. Per esempio, se si deve applicare una sanzione a un’azienda che non rispetta il Gdpr, bisogna avere le conoscenze informatiche per valutare quale sia il disastro di un data breach ad esempio»

La sua priorità? Un canale user friendly che renda più immediato e semplice il contatto tra cittadini e Garante: usando l'informatica, ovviamente. Insomma, uno dei pochi candidati che unisce competenze informatiche (attualmente è iscritto alla Facoltà di Inegneria Informatica dell'Università la Sapienza di Roma) e conoscenze profonde di informatica giuridica.

La storia infinita
Quello del rinnovo dei membri del Garante Privacy è diventata una specie di storia infinita, con continue proroghe e rinvii delle votazioni: ad ora infatti non è certo che si riesca ad andare al voto il 19 Dicembre. Inutile dire quanto sia dannoso e grave che, in piena urgenza di attuare il GDPR, l'Italia si trovi con nomine prorogate, nessuna possibilità di decidere i passi futuri a parte vigilare sull'applicazione stretta del regolamento e sopratutto, senza fondi. Riuscirà l'Italia ad uscire prima possibile da questo empasse? Riuscirà il Parlamento a tenere di conto meriti e conoscenze effettive dei candidati o ci troveremo di fronte alla solita, stantia, riproposizione del metodo Cencelli, come, purtroppo, da tradizione?




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