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L’accessibilità dei siti web: non solo un obbligo per grandi aziende e PA, ma un dovere civico per tutti


mercoledì 16 luglio 2025
Di Accademia Italiana Privacy



Nell'era digitale, la rete è la nuova piazza pubblica, il luogo dove si accede a informazioni, servizi, opportunità professionali, educazione e cultura. Eppure, nonostante le normative in vigore e le dichiarazioni di principio, l’accessibilità dei siti web continua a essere percepita come un obbligo riservato ai grandi portali e alla Pubblica Amministrazione.

Questa visione è non solo riduttiva, ma profondamente sbagliata. L’accessibilità non è una pratica elitaria, né un mero adempimento burocratico. È un dovere civico e morale di chiunque decida di affacciarsi nel mondo digitale con un sito web, una vetrina, un servizio online.

L’accessibilità non riguarda solo la legge, ma la società

È vero: il Codice dell’Amministrazione Digitale e la normativa italiana (Legge Stanca e successive integrazioni) impongono l’accessibilità ai siti delle PA e di alcuni enti privati che offrono servizi di pubblica utilità. Ma ridurre la questione a una compliance normativa significa ignorare il vero problema: la diseguaglianza digitale.

Un sito non accessibile esclude milioni di persone: non solo chi ha disabilità visive, uditive o motorie, ma anche chi ha difficoltà cognitive, chi naviga da dispositivi non convenzionali o con connessioni lente, chi è semplicemente anziano e non abituato a interfacce complesse.

Approfondisci > European Accessibility Act: dal 28 giugno 2025 l’accessibilità digitale diventa obbligo

Ogni sito web è un servizio al pubblico

Che si tratti di un piccolo blog, di un sito aziendale, di un e-commerce o di una pagina personale, chi pubblica contenuti online svolge un ruolo pubblico. Anche un artigiano con un sito vetrina sta offrendo un servizio alla collettività: rendere quel servizio fruibile da tutti non è solo un gesto di inclusione, ma un segno di rispetto verso la società di cui facciamo parte.

Non è solo una questione etica: è anche un’opportunità

Adottare criteri di accessibilità:

  • aumenta la visibilità nei motori di ricerca;
  • migliora la user experience per tutti, non solo per chi ha disabilità;
  • riduce il rischio di contenziosi e di reputazione negativa;
  • allarga la base utenti, perché include chi altrimenti sarebbe escluso.

L'Accademia Italiana Privacy sostiene un cambio di paradigma

Noi di Accademia Italiana Privacy crediamo che sia arrivato il momento di:

  • superare l’idea dell’accessibilità come vincolo
  • promuovere una cultura digitale inclusiva
  • educare professionisti, sviluppatori e aziende a progettare con attenzione ai bisogni di tutti

Un sito web accessibile è un segno di civiltà, un modo concreto per contribuire a una società più giusta, più equa, più rispettosa.

Non aspettiamo che siano solo le leggi a imporcelo. Facciamo dell’accessibilità un nostro impegno personale e professionale. Ogni sito accessibile in più è un passo verso una rete che appartiene davvero a tutti.




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