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VACANZE E SICUREZZA: metti la privacy nel bagaglio


venerdì 12 giugno 2020
di Avv. Gianni Dell’Aiuto



 

La voglia di vacanze dopo la ripresa dal Covid non dovrebbe far dimenticare che, proprio in questo periodo, gli attacchi informatici hanno subito un incremento esponenziale che ha creato non pochi danni e disagi all’utenza ad ogni livello. Dal sito dell’INPS al Comune che si è fatto rubare l’intera anagrafe, fino ai continui data breach, più o meno gravi di cui veniamo purtroppo a conoscenza troppo tardi, magari quando scopriamo i nostri dati sono disponibili in rete per chiunque.

Purtroppo, pretendendo di voler tutelare la nostra privacy, spesso passa in secondo piano che noi stessi ne siamo responsabili e, viceversa, facciamo di tutto per metterla a repentaglio. Dalla leggerezza con cui vengono scaricate app e postate foto, fino all’accettazione di ogni cookie e policy senza nemmeno averle lette. Le vacanze sono una costante fonte di tentazioni per mettere ancora di più a repentaglio la nostra sicurezza, on line e non solo.

Il consiglio è quindi quello di mettere anche la privacy nella valigia e iniziare ad adottare una serie di comportamenti che possiamo definire virtuosi, per cercare di proteggere se stessie i propri cari: ad esempio, evitare di informare dai social ladri o altri malintenzionati che la nostra casa sarà vuota durante i quindici giorni che trascorreremo al mare o in giro per l’Europa. E non pensiamo che avere il profilo chiuso possa essere un limite per hacker e altri pirati informatici. Se proprio vogliamo far sapere a tutto il popolo della rete i luoghi che abbiamo visitato, sarebbe opportuno attendere di essere rientrati a casa. Ma nella società dell’apparenza e della visibilità si comprende come ben si possa cedere alla tentazione

La privacy inizia dai nostri dispositivi, che sono i cavalli di Troia con cui permettiamo l’ingresso a chiunque nella nostra vita privata. Quindi, oltre alla normale prassi di avere codici di accesso e password a computer e cellulari, è importante iniziare dal controllare le impostazioni privacy dei social network utilizzati, cercando di limitare visibilità e condivisione ai soli amici. Inoltre è necessaria maggiore attenzione quando si debba acceda ai social network da dispositivi diversi da quelli abituali o, ipotesi particolarmente concreta oggi, addirittura ai server e cloud del proprio lavoro. Durante un viaggio potrebbe addirittura capitare di utilizzare il pc di un Internet café o una postazione web messa a disposizione dall'albergo o di un villaggio turistico. Abbiamo sempre la certezza di avere cancellato i dati e chiuso la sessione? Speriamo che non debba accadere di usare questi sistemi per un pagamento o doversi connettere da una linea non protetta.

Altro comportamento più frequente in estate che potrebbe creare problemi alla sicurezza dei nostri dati e dei nostri computer, è il download di film, app e giochi. Specialmente per questi ultimi, le privacy policy non solo sono a dir poco carenti, ma dobbiamo anche tenere presente che molte app di giochi sono state lanciate prima dell’entrata in vigore del GDPR: è estremamente improbabile quindi che esistano forme anche minime di protezione dei dati. Non dimentichiamo poi che app e file possono nascondere virus o malware. Leggere le recensioni degli altri utenti potrebbe non essere sufficiente: anche se sono a volte lunghe e noiose sarebbe meglio soffermarsi sulle policy privacy ed evitare di scaricare app che neppure la contengono.

Insomma, come ricorda anche il Garante sul suo sito, oltre a non esporsi troppo al sole, sarebbe opportuno cercare di esporsi meno anche alle tentazioni dei selfie e accertarsi anche che le persone con cui ci facciamo una foto accettano che venga pubblicata su un social. E anche noi stessi dovremmo chiederci se, da qui a qualche anno, vorremmo ancora farci vedere insieme a quella persona in quel determinato atteggiamento.

Ricordiamo che la rete ha una memoria enorme ed eterna e che chiunque potrebbe scaricare e conservare una nostra foto di oggi per usarla tra dieci anni, magari quando ce ne siamo dimenticati. Non ultimo, dobbiamo pensare ai minori e ai più piccoli e chiedersi in mano a chi potrebbero andare queste immagini.

 

 

 

 

 

 




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