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I messaggi Whatsapp hanno natura documentale: sono prove a tutti gli effetti


lunedì 2 marzo 2020
Avv. Gianni Dell’Aiuto





In una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha ribadito la sua consolidata giurisprudenza secondo la quale, ormai fin dal 2017, i messaggi Whatsapp, così come del resto tutte le comunicazioni telematiche, in qualsiasi maniera legittimamente ottenute, con una qualunque modalità atta alla raccolta del dato, inclusa la riproduzione fotografica e, ovviamente, eventuali screenshot costituiscono, prova documentale in un procedimento penale e, senza dubbio alcuno, lo stesso principio vale anche nel procedimento civile.

L'acquisizione di dati informatici è ritenuta modalità conforme a legge che mira a proteggere, nell'interesse di tutte le parti, l'integrità e affidabilità del dato acquisito. La stessa Corte, intervenendo in un caso analogo, aveva chiarito che non è censurabile, sotto il profilo dell'adeguatezza e proporzionalità, il sequestro di supporti contenenti dati informatici successivamente restituiti, previa estrazione di copia integrale della memoria, poiché «l'attività di analisi per la selezione dei documenti (contabili nel caso) è particolarmente complessa investendo in toto l'attività imprenditoriale de/l'indagato. Né le operazioni di estrazioni di copia dei documenti rilevanti a tal fine avrebbe potuto essere condotta in loco in un limitato arco temporale, investendo l'attività di selezione una significativa attività di studio e analisi proprio al fine di un'eventuale selezione»

Via libera quindi a tutto quanto è stato scaricato nei nostri telefonini e tablet, che sono ormai considerati documenti ai sensi dell’art. 234 Codice Procedura Penale e non corrispondenza e, pertanto, ai fini della loro acquisizione non è necessario soggiacere alle regole rigorose e ai limiti stabiliti per quest’ultima.

Secondo i giudici della Suprema Corte, i messaggi archiviati non hanno le caratteristiche di una “corrispondenza” che, in senso stretto, implica un’attività di spedizione in corso o comunque avviata dal mittente. Inoltre, sul punto, l’attività di indagine non è paragonabile a quella di intercettazione che, per propria natura, implica la captazione di un flusso di comunicazioni in corso, mentre i dati presenti sulla memoria del telefono acquisiti ex post costituiscono mera documentazione di detti flussi. Un’interpretazione decisamente rigorosa e letterale che non è certo debba rimanere costante ma che è, allo stato, indicativa dell’orientamento giurisprudenziale.

Nel nostro ordinamento la copia cartacea e documentale di un documento informatico sono considerate “riproduzione meccanica”, al pari di una fotocopia; possono trovare ingresso quindi in un procedimento, sia penale sia civile, salvo che non vengano contestata dalla controparte; in tale ipotesi comunque, la controparte non può limitarsi ad una contestazione generica, ma deve indicare le argomentazioni che ne stanno alla base, al fine di evitare che il documento trovi ingresso in una causa. Ad esempio la contestazione di una data potrebbe essere un valido argomento, salvo poi la valutazione del giudice nel merito.

Difficile sostenere, come da altre parti sembra si voglia fare intendere, che un messaggio Whatsapp possa essere provato in via testimoniale, vale a dire introducendo come testimone in un giudizio chi dichiari, previa assunzione di responsabilità di dire il vero, quello che è il contenuto di un messaggio. La prova documentale è il documento; provarne esistenza e contenuto sulla base di deposizioni testimoniali non è teoricamente vietato, ma è in ogni caso sottoposto ad una rigorosa valutazione da parte del giudicante. Resta in ogni caso aperta, ma sempre a discrezione del tribunale, e su richiesta di parte, la trascrizione dei messaggi da un perito appositamente nominato.

Si tratta di un nuovo confine che si allarga, grazie alla tecnologia ed ai nuovi mezzi di comunicazione, con cui l’ordinamento giuridico e le corti si devono ormai confrontare. Non dimentichiamo che è stata ritenuta perfettamente valida addirittura una comunicazione di licenziamento inviata tramite questo sistema di messaggistica e sempre più aziende ed agenzie investigative offrono servizi per consentire una preventiva acquisizione in forma legale di conversazioni e chat Whatsapp.

 




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